“A consulto da Gorgia”di Angelo Mattone, A&B Editrice

Laddove il mistero incombe, ci rifacciamo a quella sincronicità del pensiero che Jung seppe mettere in mostra attraverso i suoi studi. E deve aver attinto per prima cosa da quella lezione Angelo Mattone, autore del romanzo A consulto da Gorgia. Non importa il tempo e il luogo, conta solo quel serbatoio collettivo, che sovrasta l’universo dell’uomo e che l’inconscio scruta.

Ed è un po’ ciò che la fisica quantistica, attraverso le sue scoperte, ci ha fatto comprendere, mettendo in dubbio tutto quello che davamo per certo. Lo scrittore siciliano inventa uno psichiatra-investigatore, Eraclio Gorgia, discendente di quel Gorgia che disse secoli e secoli fa Nulla è. Ma questo Gorgia contemporaneo dovrà ritrovare le carte scomparse di Ettore Majorana, il fisico misteriosamente sparito nel nulla nel 1938.

Riuscirà nella sua impresa? La fantasia farà il resto, come è giusto che sia, ma non siamo davanti a un thriller di azione, sebbene gli intrighi non manchino, così come saranno molti gli intrecci storici che verranno utilizzati. Infatti, il romanzo di Mattone apre importanti spunti di riflessione su come ormai filosofia e fisica dialoghino tra di loro e di come, tanto l’una quanto l’altra, abbiano avuto il merito di far dubitare dell’ovvietà regalataci dai nostri sensi.

Certamente, chi ha già dimestichezza con alcune materie, troverà in quest’opera una serie di accostamenti interessanti tra fisica e filosofia, spingendo anche il lettore ad approfondire sulla vita di uno dei teorici più importanti della storia, scomparso per molti anni dalla memoria collettiva, ma le cui intuizioni avevano anticipato tante recenti teorie.

E proprio sulle intuizioni, ossia quei suggerimenti che il nostro pensiero partorisce inavvertitamente, che si sviluppa quell’indagine sul razionale e l’intelligibile che ha poi mosso l’uomo verso la formulazione di teorie e concetti che, sebbene mutevoli, hanno garantito il progresso della civiltà.

Majorana si era spinto troppo in là? Di questo parlano già altri libri e quello di Mattone non è l’ennesimo riassunto in forma romanzata di quelle teorie. Si tratta invece di un’opera in cui la fantasia fa da collante tra un nulla è che invita a non fermarsi mai all’apparenza e un conoscibile che può essere solo intuito e mai del tutto chiarificato.