Ciglia. Giuseppe Albanese e la maledizione dell’infinito
Ciglia è un susseguirsi di visioni, di disquisizioni illogiche a caccia di un senso, di luoghi virtuali in cui la violenza della parola contribuisce al raggiungimento della quiete della creatività. I racconti di questo libro edito dalla Ferrari editore ci aprono all’irruenza delle emozioni, lasciandoci navigare in uno spazio emozionale ben architettato.
Tra le pagine ci sono sogni e scenari virtuali, in cui la realtà aumentata della coscienza e del metaverso si fa sostanza da maneggiare con cura, come se fosse materiale esplosivo. Le ambientazioni cyber-punk costruite da Giuseppe Albanese sono dei mondi possibili, forse i migliori, in cui tutto può avvenire, ma l’aderenza con i nostri tempi e il nostro essere sono fuori discussione.
Ciglia è come il battito imperscrutabile e impercettibile che ridona vita alla vista, attraverso cui percepiamo e innestiamo nella memoria e nella coscienza emozioni carnali. Ma questo libro è anche un gioco di teorie matematiche in cui le parole si sommano tra loro per giungere a quell’infinito incalcolabile, sempre negativo, perché l’uomo ha bisogno di porsi un limite.
E proprio la necessità del limite, di avere uno spazio da perlustrare e conoscere è il messaggio che si cela tra le pagine di questo libro. È ciò che si avverte nel Teorema sulla non esistenza di Dio, in cui Albanese fa il verso a La prova ontologica dell’esistenza di Dio del matematico Kurt Gödel. Ma il lettore potrà percepirlo anche in quei frammenti in cui violenza e sessualità dialogano tra loro; così come nelle prose lisergiche che prendono le distanze da una realtà spacciata per normalità, dietro cui si materializza il migliore dei mondi possibili.
L’opera di Albanese ha la capacità di tradurre in racconto un preciso sistema teorico e filosofico che si lascia interpretare. La sintesi è anche il miglior modo per suggerire al lettore cosa sta al di là della pagina scritta, e questa intuizione guida l’intera raccolta. Certamente, ancora una volta, posso constatare che è la piccola editoria indipendente a proporre qualcosa di nuovo e di sperimentale.