IDENTITÀ ERETICHE

L’eresia come scelta radicale

Eretico è colui che si impone una scelta nel ventaglio delle interpretazioni del presente. La scelta che è chiamato a compiere è radicale per definizione, quando la sua bandiera sia un onesto fervore: è attività di pensiero, è responsabilità di errare. Eretico è colui che si libera dall'incanto delle opinioni forti, colui che si oppone all'indifferenza con una manifestazione di identità. L'eretico è uomo libero, le sue catene sono principi morali, le sue catene sono le sue ali: vive nel desiderio, nella coscienza di sé e dell’errore, del suo metodo di libertà. Quando il pensiero mainstream si calcifica, egli persevera per indole in un orizzonte di resistenza, educato al discernimento che lo rende naturalmente bersaglio della critica. Egli sa, tuttavia, quanto la critica possa essere occasione di confronto, quando non sia arbitrariamente pretestuosa, la accoglie e ne fa sostegno per nuove argomentazioni e nuove scelte. Non ha che da dare ascolto alla propria libertà, non ha bisogno di giustificazioni: rompe i cordoni che trattengono l’opinione pubblica insinuando il dubbio su ciò che acquista forza con la ripetizione. L'eretico mostra i confini dell'isola. Conosce il suo limite, in questo è greco, ma dopo che lo abbia raggiunto sposta il limite in avanti, in questo è moderno. Disvela i confini solo per spingersi al di là del mare. L'eretico vive nella coscienza del passato e si muove tra le rovine d’occidente, ma mai con disinvoltura. Egli avanza lentamente nella notte senza coscienza della meta, mai atterrito perché non può sbagliare strada. L’eretico si batte con eroismo contro l’esistenza privata e vive da partigiano: la sua scelta è l’ultimo richiamo alla vita pubblica contro il dogmatismo, contro la servitù volontaria. Persevera nella veglia contro il peso idiota dei dormienti. L’eretico è l’antitesi del pensiero omologato, dello starnazzare eccentrico dei divi della televisione, del chiacchiericcio fazioso dei giornali, degli pseudointellettuali imbellettati in posa plastica sui social media. Lungo il suo cammino lascia acceso il cero della speranza, invitando il lettore non certo a seguirlo, ma ad essere libero, a non conformarsi per opportunità o per necessità alle verità fittizie di chi alza la voce.