L’intelligenza superiore di un poeta immenso
Leggere e rileggere Arthur Rimbaud è un dovere. Egli non soltanto è stato il più grande poeta francese, ma, in assoluto, uno dei più importanti della lettratura mondiale, uno dei più grandi di tutti i tempi. Era nato a Charleville, una cittadina delle Ardenne e già a dieci anni aveva iniziato a comporre versi.
La sua precoce intelligenza gli procurò la diffidenza e l’antipatia di molti. Non ancora sedicenne, nell’agosto del 1870, fuggì alla volta di Parigi.
Una sete d’assoluto aggredì emotivamente le stagioni della sua poesia: «Il poeta si fa veggente per mezzo d’un lungo, immenso, ragionato sgretolarsi di tutti i sensi. Tutte le forme d’amore, di sofferenza, di follia; cerca lui stesso esaurisce in se stesso tutti i veleni per conservarne soltanto le quintessenze». Con ogni probabilità è nella celebre lettera del veggente che il suo cammino poetico tocca la cima dell'ispirazione.
Rimbaud, pur bruciando in un breve arco di tempo la sua creatività, consegna alla letteratura mondiale immortali capolavori che le future generazioni non potranno mai fare a meno di leggere.
Marsilio cura la nuova uscita di un volume che contiene le opere poetiche complete di Rimbaud, con la nuova traduzione di Ornella Tajani, esito di un accurato lavoro filologico sui manoscritti.
Opere (Marsilio, pagine 856, € 20,00) ripercorre l’intera parabola esistenziale e letteraria del precoce poeta francese.
Il volume contiene una preziosa selezione di lettere relative alla sua grandiosa attività letteraria.
Nel ridare nuova vita ai versi del poeta veggente, la traduttrice ha adottato un verso di misura variabile, molto curato nelle sonorità e ha ricreato, dove ha potuto, rime, assonanze e ritmo, senza mai sacrificare l’elemento visivo, il cuore evocativo della poesia di Rimbaud, così prepotentemente peculiare.
Il Rimbaud che leggiamo in questa nuova traduzione non è infarcito di preziosismi: i suoi versi sono restituiti all’immanenza di un lessico comune e corrente.
Ornella Tajani è riuscita nel tentativo di offrirci una traduzione che sa farsi testo; consegnando ai lettori italiani una écriture – de – traduction.
In queste pagine ritroviamo il Rimbaud che dalla poesia passa alla prosa: è qui che si consuma il suo grande destino di scrittore, prima di iniziare il viaggio nei mari inquieti della vita.
Le pagine straordinarie di Una stagione all’inferno segnano una svolta nella sua opera. Si tratta di un testamento poetico e spirituale, il diario di bordo del Battello ebbro, che lo illuminerà nel suo vano e interminabile pellegrinaggio, di inquieto cercatore del viaggio, nei suoi vagabondaggi dall’Europa all’Africa.
Un modo davvero originale per guardare oggi alla realtà di Rimbaud e alla sua poesia è attraverso le esplorazioni e i viaggi.
Il modo migliore per celebrare la grandezza di Rimbaud è di ritornare a leggere le sue poesie. L’intensa brevità della sua esperienza poetica stravolgerà, in maniera geniale, tutta la letteratura del Novecento.
Alla radice della vita e della poesia di Rimbaud, c’è qualcosa che può definirsi una crisi d’adattamento, ed è ciò che ne costituisce al tempo stesso il segreto e la chiave di lettura.
La poesia visionaria dell’ autore delle Illuminazioni ha cancellato i tradizionali legami logici, le categorie che per secoli si erano poste come regolatrici della poesia. Con Rimbaud la parola non è più un mezzo di comunicazione, ma diventa evocazione di un mondo in tutto e per tutto fantastico.
Leggiamo e rileggiamo Arthur Rimbaud, perché all’interno della sua breve stagione poetica, intensamente vissuta, troviamo le vere ragioni della poesia: l’esperienza in grado di percepire l’Assoluto, il luogo immenso e ragionato dove deragliano tutti i sensi.